È colpa di Gian Piero Ventura?

Cronaca di un movimento appeso ad un filo.

Possiamo considerare massima espressione del movimento calcistico italiano, una squadra incapace di fare movimenti negli spazi sul campo da gioco?

È con un interrogativo simpatico e bonario che apro i miei ennesimi dubbi sul calcio italiano.

La Federazione Italiana Giuoco Calcio rischia di saltare sedia per sedia, e se non saltano tutte sicuramente salterà il buon Gian Piero Ventura in caso di un non passaggio del turno con gli svedesi nei playoff mondiali. L’Italia parte a San Siro dall’1-0 della Friends Arena. Il mister ex-toro, esponente di un calcio offensivo in serie A, non è mai riuscito ad apportare le sue dinamiche ad una squadra che basa le sue radici in convinzioni sportive nazionalistiche ma anche errate.

Una di queste è che la nazionale deve essere composta da giocatori della stessa squadra (blocco Juve nel caso italiano), così da avere maggiore affiatamento.

Ma allora questo mister cosa lo mettiamo a fare?

È un traghettatore verso gli inferi?

Ventura non ha mai potuto apportare alla nazionale le sue idee. Ha sì, ragione a lamentarsi del comportamento della terna arbitrale in Svezia, la quale non ricordava se arbitrasse una partita di Hockey o di Calcio. Ma si può accettare una squadra statica, senza espressione di alcun gioco se non i lanci di Bonucci (difensore centrale) e il tiro di Darmian finito sul palo (terzino che tralaltro gioca in Inghilterra) se due anni prima la nazionale era una signora squadra? Merito di Antonio Conte se Pellé ed Eder sino all’eliminazione ad Euro 2016 salivano sul piedistallo dei grandi attaccanti italiani? Ovvio. Merito suo se quei tre (Bonucci, Chiellini, Barzagli, allenati nella sua esperienza alla Juve) difendevano alla grandissima? Anche. Ma Conte partiva avvantaggiato, sia per la mentalità, sia per il gruppo, elementi fondamentali per poter lavorare con una squadra che incontri saltuariamente.

Vedendo Jorginho ignorato sino al rischio di far esplodere un caso nazionale e vedendo Insigne miglior giocatore italiano, in questo momento storico, escluso se non negli ultimi minuti dei playoff, Ventura ha le sue colpe. Eppure il tecnico, non deve essere il caprio espiatorio di questa nazionale. Il problema è il movimento, che uno come Tavecchio, non può che ostacolare. Senza dimenticare le pressioni dei club di Serie A.

Come finirà stasera a San Siro? In ogni caso: tra una sedia che salta e una convinzione sbagliata.

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A San Siro, l’Italia ha la sua ultima chance per andare al mondiale. Nella Scala del calcio, hanno il diritto di provarci. Affronteranno la Svezia che parte dall’1-0 dell’andata.
(foto in evidenza Calcio&finanza, foto San Siro corriere della sera)

6 pensieri su “È colpa di Gian Piero Ventura?”

  1. Da anni quasi tutte le squadre della nostra serie A hanno la maggioranza dei giocatori stranieri. Da un po’ di tempo è così perfino nelle squadre Primavera, quindi non possiamo neanche dire “ripartiamo dai vivai”, perché vanno ricostruiti anche quelli. Di conseguenza, direi piuttosto “ripartiamo dalle leggi”, mettendo per iscritto l’obbligo di schierare almeno 6/11 di giocatori italiani in ogni partita. Non per razzismo ovviamente, ma perché mi sembra l’unico modo possibile per tutelare gli interessi della nostra Nazionale. Sei d’accordo?

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    1. Non mi sento di dirmi d’accordo al 100% perché è una soluzione drastica, ma che avrebbe sicuramente la sua efficacia. Si potrebbe però cambiare nelle radici (scuole calcio) questo sport. Limitare il “magna magna” per aiutare a far crescere talenti ma… forse ci vorrebbe un cambiamento radicale ma oggi utopico (dati i capitali messi in gioco) come hai suggerito tu.

      Infantino ha elogiato Tavecchio pubblicamente. Non so di cosa parliamo noi se le cose vanno così

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  2. Secondo me il sistema calcio va rivisitato dalle basi….scuole calcio in poi. È tutto marcio dalle fondamenta in poi è di fatti….ai mondiali è avvenuto il crollo.

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